La nuova sentenza per la vendita di cannabis

vendita di cannabis light

La Cassazione ha depositato una sentenza in cui sottolinea la vendita di cannabis light come lecita e dunque non possono essere sottoposti a sequestri preventivi i prodotti realizzati con essa e messi in commercio. Questa sentenza rappresenta un piccolo spiraglio di luce per commercianti e produttori che ultimamente hanno subito un’ondata di sequestri. La legge varata tre anni fa attesta che coltivare delle varietà di canapa non è reato e viene consentita senza necessità di autorizzazione, però il coltivatore ha l’obbligo di conservare i cartellini della semente e le fatture di acquisto.

La sentenza per la vendita di cannabis light, cosa dice la Cassazione

Se, una volta terminati i controlli, il contenuto di Thc nella coltivazione risulti superiore allo 0,2% ed entro il limite dello 0,6% nessuna responsabilità prevista per l’agricoltore. Pertanto il sequestro o la distruzione delle coltivazioni avverrà quando il contenuto di Thc nella coltivazione è superiore allo 0,6%.

Precedentemente la Corte aveva parlato di come il principio attivo fino allo 0,6% fosse consentito solo per i coltivatori e non per chi vendeva prodotti alla cannabis, mentre la novità dell’attuale sentenza afferma che dalla liceità della coltivazione della cannabis stabilita dalla legge 2016 deriverebbe la liceità dei suoi prodotti contenenti un principio attivo Thc inferiore allo 0,6%, nel senso che non potrebbero più considerarsi (ai fini giuridici) sostanza stupefacente soggetta alla disciplina.